domenica 17 giugno 2012

Ci piace il “ti lovvo”


Chissà se Mark (Zuckerberg, per intenderci) quando decise di mettere su quello che è, a furor di popolo, il social più diffuso al mondo, aveva previsto i disastri linguistici e cerebrali che ne sarebbero seguiti.
E si, perché a dispetto di quello che i più giovani possano pensarne, le PAROLE SONO IMPORTANTI!
Ma dico, ci mettono una vita ad insegnarvi a scrivere decentemente e voi, piccolirovinalingua siete talmente pigri e talmente avari da non voler affiancare a quelle povere consonanti almeno una vocale. Così anche chiedere lo stato di salute altrui diventa un’impresa: “cm st?”. E non crediate che la risposta sia di più facile interpretazione: “tt bn tnk u”. Ora, già il fatto che torturi la tua lingua madre e ne compi uno scempio quotidiano potrebbe causarti seri problemi con chi ti sta attorno e il cambio permanente di residenza sulle rive dell’Arno, ma martirizzare anche una lingua non tua, perché? E se non bastasse, italianizzate termini che fino a ieri suonavano di una poeticità, ormai perduta: il caro vecchio I love you diventa un aggrovigliamento di lingua che produce uno sgraziato ti lovvo. Ti lovvo? No, davvero ti lovvo? Ma siete seri? Non abbiamo già abbastanza problemi con l’Europa senza che la moria di vocali o la mutazione transgenica di parole contribuisca?
E tu, mio caro Zuckerberg, non credere di non averci messo del tuo nella demenza cerebro-linguistica che investe i giovani italiani. E si, perché tu con quel “simpaticissimo” like hai creato la generazione del “ci piaceee”. “Ci piace” sembra diventato una sorta di discriminante: lo dici?Allora sei un giovanesocialaddictec di quelli yeah. Non varca mai il confine tra la lingua e il mondo esterno: sei un vecchiobigottagrammarnize.
Sapete che c’è? Sono felice di essere una vecchiabigottagrammarnizeletterata. Perché qualcuno che aiuti il buon caro vecchio Alessandro (Manzoni) dovrà pur esserci!

2 commenti: