sabato 9 giugno 2012

La generazione dell’amore facile


Una volta era “ti voglio bene”. Oggi è “ti amo”.

Come due semplici parole possano fare da spartiacque tra due generazioni in realtà temporalmente molto vicine.

Quella che popola la fascia dei “giovani” è, senza dubbio, la generazionedellamoreprofuso. Sembra che il demone dell’amore possieda queste anime, mica tanto pie, e li porti a diffondere il sentimento più alto tra i sentimenti che il genere umano possa provare a chiunque gli passi davanti.

Ai miei tempi (espressione che fa tanto vintage!) per comunicare affezione verso una persona le si diceva “ti voglio bene”. E di solito non ci si arrivava poi così velocemente.

Oggi tutto è veloce, scontato. Sembra che l’amore sia diventata la puttana preferita di una generazione emotivamente vuota, che fa della prostituzione sentimentale il nuovo cavallo di Troia con cui penetrare nella vita di un perfetto sconosciuto. Perché l’importante è avere attorno più gente possibile, da far invidia a Vodafone e Mediolanum messe insieme!

Il vuoto spaventa. E si fa di tutto per riempirlo. Ma lo si riempie di altro vuoto. E per quanto io in matematica eccello come un bradipo primeggia nei 100 metri piani, credo che l’equazione sia palese: alla fine di tutto non ti resta niente.

Per cui miei cari amatori centellinate il vostro amore, che tutto quello sprecato non si recupera.

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